A proposito di… Attaccamento
“Solo negli ultimi anni lo studio dello sviluppo dei modelli di attaccamento si è spostato dalla prima e dalla seconda infanzia all’analisi dell’età adolescenziale e adulta, attraverso progetti di ricerca longitudinali volti a studiare la stabilità dei modelli operativi interni di attaccamento nel corso dello sviluppo. Gli studi precedenti infatti – insieme a quelli riguardanti la trasmissione intergenerazionale dei modelli di attaccamento da genitore a figlio, (…) avevano soprattutto messo in evidenza la forza predittiva dei pattern di attaccamento sicuri e insicuri rispetto alle competenze socioemotive e alle caratteristiche della personalità del bambino considerate a breve e a medio termine. Secondo un insieme cospicuo di ricerche ben riassunte da Schaffer (1996) – i pattern di attaccamento rispetto alla madre (…) si delineano infatti efficaci predittori di un insieme rilevante di competenze sociali che il bambino dimostra nel periodo prescolare e scolare, tra le quali la capacità di costruire relazioni significative con gli adulti e di interagire con i pari, dimostrando empatia e al contempo capacità di leadership, oltre che emotive, quali l’abilità di comunicare, fronteggiare e regolare emozioni positive e negative. La qualità dell’attaccamento alla madre risulta inoltre correlata con aspetti cruciali della personalità, a partire dall’autostima e dalla fiducia in se stessi fino alla capacità di resilience rispetto a eventi stressanti e potenzialmente traumatici.
Molti studi hanno messo in evidenza, attraverso l’utilizzo dell’Adult Attachment Interview, strumento che si propone di esplorare lo ‘stato della mente’ del soggetto adulto circa le sue esperienze di attaccamento, come nel corso dello sviluppo si strutturi uno stato mentale rispetto all’attaccamento ‘che riassume la qualità complessiva dei modelli di attaccamento costruiti dal soggetto nelle sue diverse esperienze’. In questo senso, ‘le competenze socioemotive che il bambino sviluppa dopo la prima infanzia vengono predette non da un singolo modello di attaccamento, ma dall’insieme dei modelli di attaccamento di cui il bambino dispone (con la madre, il padre, i caregiver), anche se quello materno sembra avere un maggiore peso.”
La sicurezza, la fiducia in se stessi, le competenze di regolazione emotiva si intessono dunque all’interno delle relazioni di attaccamento significative vissute dal bambino nella prima infanzia e sono fortemente influenzate dal tipo di attaccamento che caratterizza il caregiver stesso e il modo in cui egli si relaziona al bambino. Una più alta fiducia in se stessi e una qualità maggiore circa le competenze relazionali sono correlati con una buona responsività materna, dunque con una capacità di attaccamento sicuro da parte del caregiver.
Tratto da ‘Il bambino e le sue relazioni‘, di Cristina Riva Crugnola
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Dott.ssa Elena Cafasso, Psicologa Psicoterapeuta Chieri e Torino