Un’interessante guida alla comprensione del ‘narciso’, delle sue caratteristiche e delle dinamiche patologiche che mette in campo nelle relazioni, ma anche uno sguardo alla donna del narciso, ai tratti di personalità e ai bisogni che la rendono vulnerabile al suo fascino e alle sue capacità manipolative.
“E’ anche possibile che siate incappate più di una volta in un narciso senza rendervene conto, che vi siate lasciate avvolgere dalla sua rete di seduzione senza possibilità di fuga. E quindi, come si riconosce un narciso? Insospettitevi quando una persona vi accusa pesantemente e si chiama fuori dal gioco, e non vede la sua parte in esso. (…) Insospettitevi quando un uomo vi fa sentire una regina per un certo tempo, ma un giorno cambia all’improvviso: vi critica aspramente o sembra non accorgersi più di voi. Quando siete per strada con un uomo che cammina sempre alcuni passi avanti. Quando, qualsiasi cosa gli proponiate, dice inizialmente no, per il solo fatto che non l’ha proposto lui. Ma i segni di riconoscimento non sono tutti così negativi. Insospettitevi anche quando un uomo vi sembra troppo: troppo simpatico, galante, intelligente, spiritoso…”.
“I narcisi mostrano una ricerca disperata di rapporti più o meno fusionali che li ricolleghino all’elemento femminile, come Origine del tutto, che li possano riportare al ‘Paradiso perduto’ dello stato fetale. Le donne che i narcisi preferiscono devono essere disponibili e pazienti, sia che vengano identificate con la Grande Madre (la donna totale, la sposa nutrice che li accudisce, innamorata di loro in quanto portatori dello spirito), sia che costituiscano l’eterno femminile (la donna parziale, l’amante, la sessualità, la complice) o la compagna assolutamente collusiva. Dolci, docili, femminili, accomodanti, queste donne dovrebbero dimostrare un attaccamento profondo, assoluto e disinteressato, abdicare al partner, mostrarsi bisognose e manifestare amore incondizionato. Più i narcisi sono fusionali e simbiotici, più queste caratteristiche diventano fondamentali. Più sono individuati, più tollerano una compagna alla pari, purché li ammiri (“Dalla donna perfetta rifuggo, ho bisogno di sentirla più debole”). (…).
Si può identificare, a volte, un paradosso che organizza le modalità di attaccamento dei narcisi: da una parte desiderano un’accettazione e una protezione totali, che superino qualsiasi loro capriccio, un amore incondizionato e indistruttibile. Dall’altra si sentono oppressi dalla dipendenza, dal timore di venire schiacciati e invasi dall’altro, con il rischio di perdersi. Altre volte ancora sono riluttanti ad assumersi la responsabilità della felicità e del benessere di un’altra persona (senso di claustrofobia). Vorrebbero una donna materna, ma vorrebbero contemporaneamente una compagna. Fai la compagna? Sei troppo competitiva, faticosa, non rassicurante. Chiedi troppo. Diventi una donna materna? Non dai più stimoli, non sei intrigante. La risposta potrebbe essere quella di avere più di una donna, oppure di scegliere una “donna parziale”. Si tratta di una donna sfuggente, a sua volta poco attenta all’altro, che mantiene le dovute distanze e apparentemente non offre né chiede impegno. Le donne parziali non vengono in terapia perché non si mettono in una condizione di sofferenza. I narcisi non riescono ad afferrarle e daranno il meglio di sé per averle: saranno simpatici, allegri, propositivi. Queste donne non fanno loro paura perché chiedono poco: quindi daranno poco anche loroe andranno altrove a “prendere” nei momenti di vero bisogno. Con questo tipo di donne sembrano “funzionare” meglio, perché non li invadono e lasciano enormi spazi di autonomia e, allo stesso tempo, li rassicurano sul piano della continuità della relazione. Evitano così la consapevolezza e quindi si proteggono reciprocamente. In questo modo rimane intatta l’ipotesi tutta teorica di un amore grandioso e perfetto, che non viene deluso dalla quotidianità: questi uomini si accontentano di un’unione già in partenza delusiva, e di una donna che non cercano di afferrare”.
tratto da “Ho sposato un narciso. Manuale di sopravvivenza per donne innamorate”, Umberta Telfener, 2006
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Dott.ssa Elena Cafasso, Psicologa e psicoterapeuta Chieri